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![]() L'ARTE
DI INVECCHIARE: Introduzione
del premio Nobel per la Pace Prefazione
di copertina Inquadramento
nella società civile Ambiente
e Cultura nel nuovo Millennio - Fabio Roversi-Monaco Inquadramento
etico Inquadramento
nella storia della medicina LE QUATTRO STAGIONI Alla Cattedra Andrew W. Mellon in Scienze
Umanistiche dell'Università di Boston, è stato chiamato
ad insegnare il premio Nobel Elie Wiesel. Nell'ambito del suo insegnamento
di Filosofia Morale, i rapporti del soggetto con il suo prossimo costituiscono
un elemento centrale.L'introduzione che egli ha scritto per questo volume
è perfettamente congeniale al contenuto del suo insegnamento: è
un atto d'amore disinteressato verso le generazioni che ci precedono,
alle quali dobbiamo gli affetti, gli insegnamenti, la vita ed i valori
per i quali questa è degna di essere vissuta e verso le generazioni
che verranno. L'impostazione del libro prosegue sulla medesima strada
e volge la sua attenzione in uguale misura sia ai vecchi, sia ai giovani.
Propone che l'anziano sia il centro, il punto di partenza di qualunque
orientamento nella nostra analisi, e che il miglioramento della qualità
della sua vita diventi il centro del nostro discorso. A questo scopo è
necessario un lavoro in comune fra il sociologo, il filosofo, lo storico,
l'economista, il fisiologo, il patologo, il clinico, il chirurgo, lo psicologo,
il bioetico.. i quali, trattando metodologicamente un determinato aspetto,
possono creare per il lettore un'immagine plastica e sfaccettata dell'uomo
in una determinata stagione della vita. Pertanto è necessario l'abbattimento
delle barriere fra le singole discipline e le singole facoltà.
Il modello che abbiamo avuto presente nell'organizzazione della materia
non è e non vuol essere quello di raggiungere un livello enciclopedico
che sicuramente non è nelle nostre possibilità, capacità
e competenze. Abbiamo avuto invece presente l'insegnamento di tanti Maestri
dell'Università di Bologna, di tante Discipline diverse che si
sono compiaciuti e si compiacciono di contrapporre, a scopo didattico,
un aspetto ad un altro del genio umano. Antonio Pignedoli, docente d'analisi
matematica dell'Università di Bologna, spiegando un teorema d'Ulisse
Dini, lo paragonava per altezza di d'ingegno a ad un canto della Divina
Commedia di Dante Alighieri. Forse non tutti saranno d'accordo sul piano
metodologico, nel paragonare grandezze non omogenee fra di loro, ma se
il risultato raggiunto è quello di avere suscitato interesse o
addirittura entusiasmo nell'ascoltatore o nel lettore, comunque questo
paragone può essere considerato un fatto positivo. Introdurre un'opera
di Rembrandt contrapponendola ad una di Franz Hals o addirittura ad una
di Caravaggio, può essere utile alla comprensione di tutti questi
maestri. Spiegare una teoria biologica sull'invecchiamento contrapponendone
una diversa, vuol dire non soltanto analizzare più a fondo il fenomeno
oggetto di studio, ma anche porre il lettore in condizione di effettuare
le sue autonome considerazioni. Quale maniera migliore di spiegare un
fattore di rischio se non il contrapporgli il fatto patologico in atto?
Quale maniera migliore di spiegare l'utilità di un farmaco se non
quella di porre a confronto le diverse alternative, in rapporto alla diverse
reattività fisiologiche? Si sono così tenuti presenti anche
i possibili danni emergenti, e si sono rapportate a questi i benefici
ricavabili dai farmaci. Quale maniera migliore di spiegare la necessità
dell'intervento farmacologico preventivo, se non quello di porla a confronto
con il successivo intervento chirurgico, quando necessario ed ancora possibile?
Quale maniera migliore di spiegare la tutela dei diritti della persona
se non quella di contrapporgli le conseguenze di un abbandono sociale?
Queste conseguenze porterebbero necessariamente ad un intervento di recupero
che inciderebbe, oltre che sul piano etico sanitario, anche, e sul piano
socio economico in misura maggiore, di quello che sarebbe stato il costo
di un intervento preventivo. E' più costoso pagare un'analisi in
più ad una persona anziana, sotto controllo, o sostenere le spese
d'ospedalizzazione per un fatto patologico riconducibile ad una mancata
cura preventiva? Con questa visione abbiamo raccolto diversi contributi
provenienti da studiosi di diverse discipline, certamente non in maniera
esaustiva, ma con la modesta ambizione di aprire diverse finestre sulla
realtà circostante. Abbiamo cercato di raggruppare i diversi contributi
secondo quattro diverse fasi temporali, derivate dalla storia della medicina
classica, ma reinterpretate in maniera nuova. Si usava, anticamente, suddividere
l'età dell'uomo in quattro fasi, paragonando l'adolescenza alla
primavera, la giovinezza all'estate, la maturità all'autunno e
la vecchiaia all'inverno. Nell'organizzazione che si è data alla
nostra trattazione, l'autunno è paragonato alla disfunzione di
un organo, l'inverno alla patologia di quell'organo, la primavera alla
terapia e l'estate alla riabilitazione. In particolare, l'estate può
essere identificata con la riabilitazione psico fisica ed il reinserimento
e l'integrazione del paziente nella famiglia e nel suo ambiente. Non più
paziente a carico, ma persona autosufficiente e recuperata in maniera
per lui dignitosa, all'interno della società. Ecco così
che al pessimistico scenario invernale che s'incupisce senza speranza,
si sostituisce la più ottimistica visione di una nuova estate della
vita. BSC Cos' è l'invecchiamento? Con quest'interrogativo diversi autori iniziano la loro trattazione. Si vede subito che la questione è quanto mai più complessa della semplicistica risposta data dal mondo romano. Questo individuava nella vecchiaia una vera e propria malattia. "Senectus ipsa morbus est." Sentenziava Publio Terenzio e riprendeva Cicerone in "Cato major, de senectute" Diverse sono le teorie che cercano di individuare quella, per ora indefinibile, linea che separa la maturità dalla vecchiaia. Si tratta di un equilibrio mobile fra gli agenti aggressivi e le difese immunitarie. Nelle pagine d'estremo interesse, che seguono, viene analizzato questo tema accentuando il ruolo dell'alimentazione nell'accelerare o ritardare l'insorgere degli stress ossidativi cui è legato il processo d'invecchiamento cellulare. Qual è l'identikit allora della persona potenzialmente longeva? Allo stato attuale della ricerca scientifica, qual è il ruolo prevalente degli enzimi? Il mantenimento della giovinezza cellulare o l'esplosione delle cellule tumorali? Dove passa il sottile e complesso equilibrio della natura che fa vivere le cellule tumorali e morire quelle normali? Affascinanti quesiti ai quali si cerca anche qui una risposta in un mondo scientifico in continua evoluzione. E la mortalità cellulare non si può riverberare anche, in effetti, benefici? Certamente sì, si risponde per alcune situazioni patologiche particolari. Come interviene e come agisce quell'affascinante meccanismo che si chiama "orologio biologico?" Ove fosse possibile inibire i fenomeni d'invecchiamento quali effetti insorgerebbero a livello personale, familiare e sociale? Quello splendido slogan dell'incontro dell 'OMS a Vienna nel 1982 che voleva "dare vita agli anni" che corrono, si propone un obiettivo realizzabile? Esistono e sono stati trovati dei fattori d'immuno senescenza? Ed entrando più nel dettaglio, l'invecchiamento generale dell'organismo è la somma degli invecchiamenti parziali dei singoli organi? E di quali organi ci vogliamo occupare innanzi tutto? E' naturale soffermare innanzi tutto l'attenzione sui più importanti organi e cioè sul cervello e sul cuore. Considerazioni pratiche ci hanno spinto ad iniziare la trattazione con i fattori di rischio cardiovascolare, forse i primi di cui si avverte la presenza, ma anche quelli suscettibili di trattamenti preventivi e terapeutici di provata efficacia (medicina basata sull'evidenza), mentre per la trattazione degli ictus cerebrali, ove il recupero si presenta più complesso, si è rimandato alla parte successiva (Inverno). Ecco quindi perché s'incomincia a trattare delle patologie cardiovascolari: dall'arteriopatia obliterante cronica alle patologie vascolari periferiche. Proprio il capitolo delle malattie croniche invalidanti, non solamente di natura vascolare, è quello che costituisce il gruppo più importante delle disfunzioni ricorrenti fra gli anziani e non solo fra loro. Anzi dal punto di vista dell'Economia Sanitaria, oggetto dello studio non è un "anziano" dai contorni indefiniti, bensì " la persona affetta da patologie tipiche dell'età avanzata che sono soprattutto quelle croniche invalidanti". Per quanto riguarda disfunzioni e patologie dei singoli organi, il confine fra disfunzione e patologia vera e propria risulta non sempre definito. Per questo, molte disfunzioni sono trattate nella parte che segue (l'inverno) insieme alle patologie vere e proprie. Considerazioni assolutamente empiriche ci hanno spinto a collocare fatti patologici di tipo prevalentemente infiammatori, come possono essere ad esempio quelle articolari, nella parte prima "Autunno" ed a collocare patologie più serie nella parte denominata "Inverno". A conclusione di questa parte occorre soffermare la propria attenzione anche sugli aspetti demografici sanitari e sociali. Sembra allora naturale mettere prima a confronto i due diversi punti di vista: quello dell'Azienda Sanitaria Locale e quello del malato. Passando ad esaminare poi l'impatto delle problematiche esistenziali dell'anziano, nella società cosiddetta complessa, occorre soprattutto tener presente il rapporto fra le diverse generazioni che non deve assolutamente interrompersi e nemmeno affievolirsi, ma al contrario, arricchirsi sempre più di contenuti, in una società nella quale al progresso tecnologico, sembra fare sempre più riscontro un impoverimento spirituale, una mancanza di dialogo ed una crescente solitudine.
BSC Abbiamo assimilato l'inverno alla patologia. Che cos'è la patologia? Con questo termine si indica quella parte della scienza medica che ha come oggetto di studio la manifestazione biologica delle diverse malattie. Il termine "patologia" comprende due termini greci: "pathos" cioè sofferenza e "logos" discorso. Quindi lo studio della sofferenza, che comprende la conoscenza dei diversi tipi di malattie e la loro classificazione (nosologia), le loro cause (eziologia) e lo sviluppo dei sintomi e delle loro conseguenze. Con riferimento ai settori, volta a volta posti sotto analisi, si distinguono l'anatomia patologica, (esame al microscopio delle cellule dei tessuti) , la fisiologia patologica, (studio dei particolari delle cause di cattivo funzionamento di un organo), la chimica patologica (uso dei metodi chimici per cercare di scoprire le cause di un certo disturbo ). Con riferimento alle diverse parti del corpo studiate, possiamo parlare di neuropatologie, dermopatologie etc.. e soprattutto possiamo soffermarci sulla patologia cellulare che tiene conto delle deviazioni di ordine metabolico che si accompagnano o addirittura precedono le alterazioni morfologiche della cellula, osservabili con I più moderni strumenti. Fra le più importanti patologie vascolari dell'anziano vengono presentate, in questo volume, l'ictus cerebrale e la trombosi venosa profonda. L'ictus cerebrale è "la comparsa improvvisa di un disturbo cerebrale (focale o globale) , di durata superiore alle 24 ore, di origine vascolare". Cause, diagnosi, terapia, postumi e riabilitazione e soprattutto prevenzione (primaria e secondaria) vengono attentamente esaminate nelle relazioni proposte. Analoga attenzione è posta alla Trombosi Venosa Profonda, "malattia non infiammatoria caratterizzata dalla formazione e dal rapido accrescimento di un trombo nelle vene profonde, in genere degli arti inferiori" ed all' arteriopatia ostruttiva cronica periferica, degli arti inferiori. Particolare interesse presenta l'esame comparato del fatto neoplastico in una persona giovane ed in una persona anziana. Nel primo caso, si tratta di un fatto relativamente più raro, ma assai più temibile, perché il metabolismo cellulare della persona giovane permette il progredire della malattia in misura veloce ed inarrestabile. Nel caso della persona anziana, invece, il rallentato metabolismo ed altri meccanismi paralleli ritardano il proliferare delle cellule tumorali. In modo che la diagnosi di un fatto neoplastico non corrisponde necessariamente ad una condanna a morte in un tempo ravvicinato. La terapia migliore delle neoplasie rimane comunque un'attenta prevenzione, con il controllo dei diversi fattori di rischio, analiticamente esaminati, in diverse relazioni. Col progredire dell'età, diminuiscono le resistenze immunitarie (locali e sistemiche), ci si ammala più facilmente cioè, in termini medico scientifici, aumenta l'indice di morbilità, e, per le aumentate resistenze degli agenti patogeni ai trattamenti antibiotici, aumentano anche i rischi di un'evoluzione infausta della malattia, cioè aumenta l'indice di mortalità. Per le patologie dei diversi organi viene effettuata, nel testo, un'ampia rassegna delle cause e degli effetti, rilevando quali patologie presentino nell'età geriatrica un indice di morbilità e mortalità particolarmente elevati (come per esempio nel caso delle affezioni tubercolari). In altra relazione vengono poi analiticamente esaminate le affezioni bronco respiratorie che, pur presentando un basso indice di mortalità, tuttavia presentano un indice di morbilità elevato e quindi un notevole danno sociale. Un tema a parte, particolarmente interessante, dettagliatamente trattato nel testo, e recentemente salito alla ribalta della cronaca è quello della possibile tossicità dei farmaci. Questa viene evidenziata dalle modificazioni e dalle alterazioni delle funzioni renali. E' chiaro quindi che, anche per questi motivi, interessa l'esame della patologia di questo organo ed anche delle terapie renali sostitutive (emodialisi periodiche e trapianti), le quali, oltre che l'anziano, riguardano una particolare categoria di pazienti di tutte le età, quelli appunto oggetto di trapianto. L'argomento della prevenzione delle neoplasie femminili, per la loro delicatezza e precocità, è generalmente ben noto a tutti e ben trattato a livello preventivo. Da tempo le ASL, i Comuni ed altre istituzioni si sono impegnate a fondo in campagne di sensibilizzazione e di prevenzione, che hanno raggiunto la maggior parte della popolazione femminile. Diverso è il caso delle neoplasie dell'apparato genitale maschile, soprattutto affezioni della vescica e della prostata. Queste si possono manifestare in età avanzata repentinamente e senza segni premonitori. In genere queste patologie maschili sono meno conosciute delle omologhe patologie femminili. Per questo motivo si è ritenuto di approfondire particolarmente questa trattazione di una patologia che può essere prevenuta, se il possibile paziente ne viene preventivamente a conoscenza e si sottopone alle cure necessarie. Un'altra caratteristica della sessualità maschile sono le modificazioni vascolari, neuropatiche ormonali e da farmaci che insorgono nell'età anziana e soprattutto gli effetti psicologici annessi alla cosiddetta "virilità" e, di converso, al tramonto della medesima. Non sembra che in campo femminile esista sul piano psicologico un analogo valore attribuito alla cosiddetta "femminilità". Risulta quindi naturale che sia stato dato più ampio risalto alle modificazioni dell'apparato sessuale maschile piuttosto che a quello femminile. Nella breve rassegna degli organi centrali, in carenza dei quali si perviene alla morte dell'individuo, occorre ora occuparci del fegato. Il fatto che il fegato fosse composto di un tessuto rigenerabile era già noto agli antichi. Su questo tema essi avevano costruito il mito di Prometeo, incatenato da Zeus ad una roccia, mentre un'aquila gli divorava il fegato che continuava a riformarsi. E quindi chiaro che quest'organo è trapiantabile anche in parte e quindi il rapporto fra donatore e ricevente non comporta automaticamente la morte del primo, a parte il fatto che, in questo caso, sono possibili anche trapianti da animali. A conclusione di una rassegna di patologie di carattere generale, occorre tener conto delle inabilità ortopediche e traumatologiche. "La frattura di un segmento scheletrico maggiore nell'anziano è da considerarsi malattia grave per le conseguenze di ordine generale che può causare " Le complicanze respiratorie e cardiovascolari derivate rappresentano spesso la causa di morte di persone in età avanzata anche in assenza di particolari patologie. Gli organi della vista, dell'udito, dell'equilibrio non sono certamente primari nella conservazione dell'esistenza dell'individuo, tuttavia sono fondamentali per la qualità della vita e l'autonomia del soggetto. Fra i cinque sensi quello della vista è senz'altro il più importante ed è quello che primariamente va tutelato. Ci sono delle patologie della visione che possono essere causate sia dall' invecchiamento fisiologico, sia da fenomeni periferici collegati a fattori patologici generali (per esempio il diabete). L'invecchiamento fisiologico dell'occhio comporta diverse modificazioni, fra le quali la più grave è la degenerazione maculare. Per quest'affezione la cura migliore è, come sempre, quella preventiva e quindi bisogna porre particolare attenzione ai fattori di rischio che sono diversi e dettagliatamente descritti. Tuttavia quando la patologia sia insorta è necessario un trattamento "Quando la membrana interessa regioni extrafoveali si può ricorrere alla fotocoagulazione argon laser, in quanto la perdita di tessuto retinico non risulta disturbante agli effetti visivi." Il decadimento della funzione auditiva, dovuta all'età ed alla concomitante alla disposizione ai rumori nocivi, viene chiamato "presbiacusia" . Questa comporta un progressivo peggioramento della soglia uditiva che interessa inizialmente le frequenze più acute per estendersi progressivamente a quelle più basse. Se è vero che la mancanza della vista è senz'altro più drammatica della mancanza dell'udito è altrettanto vero che una diminuzione dell'udito comporta danni più sensibili della diminuzione della vista. Infatti il primo effetto della sordità parziale è l'isolamento della persona e la sua esclusione dal dialogo. A questo si associa poi un fenomeno di turbe dell'equilibrio con danni emergenti al sistema nervoso centrale. Questi fatti patologici emergono poi con drammatica evidenzia nei casi di epilessia, che vengono successivamente esaminate. A conclusione delle patologie esaminate si propongono analisi di patologie minori quali le diverse cefalee o nevralgie in particolare nell'anziano e le dermatopatie nell'età senile.
BSC La mancanza di prospettive e di speranze
per il futuro, il senso d'emarginazione e d'inutilità che possono
sopraggiungere in un individuo nell'età anziana, costituiscono
oppure no un fattore di rischio per la sua salute? Secondo Eric Berne,
possiamo dire che il tempo di una persona viene vissuto "o aspettando
Godot oppure aspettando papà Natale." Cioè o si vive
aspettando la morte oppure si è in grado di darsi obiettivi od
orizzonti positivi che, man mano, si rinnovano nella misura in cui i precedenti
obiettivi sono stati raggiunti. Possiamo essere in grado di "strutturare"
il nostro tempo, in qualunque età ed in qualunque situazione? Grandissima
è la capacità creativa e realizzatrice di un essere umano,
ed un non piccolo aiuto può provenirgli anche dalla fede religiosa.
(Chi può dimenticare il meraviglioso esempio di quella donna che
ha diretto una rivista, stando rinchiusa dentro un polmone d'acciaio?).
Viceversa, la mancanza di prospettive può venire riempita, con
l'aspettativa della morte, vista forse come una liberazione. Questo può
causare una malattia vera e propria? Ci si può ammalare prima nello
spirito e poi nel corpo? Un'infinità di disturbi psichici o psicosomatici
possono precedere la malattia vera e propria: tristezza, perdita dell'autostima,
lamentele, disperazione, ansia, idee suicide ecc
. oppure: rallentamento
psico motorio, rifiuto di cibo e di cure, insonnia, apatia, irritabilità
emotività eccessiva ecc
. In questo caso, si ha un progressivo
ripiegamento temporale su un presente immobile e doloroso ed un restringimento
dello spazio esistenziale con chiusura verso l'esterno, rifugio nella
propria casa e taglio di contatti col mondo esterno. Questa è la
depressione.
BSC Il tempo è anche una ricchezza, c'insegnano
i proverbi popolari che il tempo è denaro. Allora ogni uomo è
potenzialmente miliardario in secondi e milionario in minuti e come ogni
capitale, il tempo della vita, se ben gestito, si incrementa in quantità
e qualità. Insegnare all'uomo a gestire questa ricchezza è
il più grosso regalo che gli si possa dare. Se la vita è
un progetto continuo, creativo giorno per giorno, essa può risultare
migliorata nella sua qualità e prolungata nel suo sviluppo. Si
vive in parte anche perché si vuole vivere? Così sembrano
insegnarci filosofia e religione che considerano l'uomo nella sua intima
essenza e gli insegnano a donare e donarsi, a vivere per il prossimo,
a considerare il prossimo come "fine e non come mezzo" (E: Kant).
Ricorda un autore la parabola evangelica dei talenti ( "tàlanton"
era un peso determinato in argento: circa 26 Kg. ) "In senso figurato
i talenti fanno venire in mente attitudine, capacità umane, da
non nascondere, da non seppellire in una buca, ma da mettere a frutto
A volte, una persona anziana rende un buon servizio anche con la sua sola
presenza. " Si può dare, senza aver prima ricevuto? Si può
amare senza essere stati amati? Finora abbiamo accennato al dare; diversi
autori più oltre si soffermano sul ricevere.
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