"BSC" - Associazione per Bologna: SANITÀ & CONOSCENZA O.D.V.

CAUTERIUM
Conoscenza, temi e problemi in materia di:
salute sanità e qualità della vita.
Periodico di interesse medico sanitario e sociale.

 

L'ARTE DI INVECCHIARE:
Vecchi giovani o giovani vecchi?

A cura di
Lucio Pardo e Luigi Pagnoni

Introduzione del premio Nobel per la Pace
Elie Wiesel

Patron Editore Bologna 2002, Collana Cauterium N. 1

Prefazione di copertina
Marco Segre


Introduzione
L'atteggiamento verso le persone anziane: Elie Wiesel

Inquadramento nella società civile
Gli anziani e le istituzioni

Ambiente e Cultura nel nuovo Millennio - Fabio Roversi-Monaco
Per una cultura della sanità
- Giorgio Guazzaloca
Verso una nuova comunità - Vittorio Prodi
Prevenzione e speranza
- Antonio Gaddi
Una politica della solidarietà - Vasco Errani
Un patrimonio di conoscenza - Pier Ugo Calzolari
Nuovi orizzonti in materia di informazione e di educazione alla salute - Maria Paola Landini
Gli anziani: maestri di vita e di conoscenza - Vera Negri Zamagni
Anziani e Sanità - Gian Paolo Salvioli
Gli anziani: una risorsa da valorizzare - Franco Pannuti

Inquadramento etico
Bioetica e terza età - Marco Segre

Inquadramento nella storia della medicina
Geriatria e gerontologia -
Stefano Arieti

LE QUATTRO STAGIONI
Nota dei curatori e avvertenze Lucio Pardo e Luigi Pagnoni


Alla Cattedra Andrew W. Mellon in Scienze Umanistiche dell'Università di Boston, è stato chiamato ad insegnare il premio Nobel Elie Wiesel. Nell'ambito del suo insegnamento di Filosofia Morale, i rapporti del soggetto con il suo prossimo costituiscono un elemento centrale.L'introduzione che egli ha scritto per questo volume è perfettamente congeniale al contenuto del suo insegnamento: è un atto d'amore disinteressato verso le generazioni che ci precedono, alle quali dobbiamo gli affetti, gli insegnamenti, la vita ed i valori per i quali questa è degna di essere vissuta e verso le generazioni che verranno. L'impostazione del libro prosegue sulla medesima strada e volge la sua attenzione in uguale misura sia ai vecchi, sia ai giovani. Propone che l'anziano sia il centro, il punto di partenza di qualunque orientamento nella nostra analisi, e che il miglioramento della qualità della sua vita diventi il centro del nostro discorso. A questo scopo è necessario un lavoro in comune fra il sociologo, il filosofo, lo storico, l'economista, il fisiologo, il patologo, il clinico, il chirurgo, lo psicologo, il bioetico.. i quali, trattando metodologicamente un determinato aspetto, possono creare per il lettore un'immagine plastica e sfaccettata dell'uomo in una determinata stagione della vita. Pertanto è necessario l'abbattimento delle barriere fra le singole discipline e le singole facoltà. Il modello che abbiamo avuto presente nell'organizzazione della materia non è e non vuol essere quello di raggiungere un livello enciclopedico che sicuramente non è nelle nostre possibilità, capacità e competenze. Abbiamo avuto invece presente l'insegnamento di tanti Maestri dell'Università di Bologna, di tante Discipline diverse che si sono compiaciuti e si compiacciono di contrapporre, a scopo didattico, un aspetto ad un altro del genio umano. Antonio Pignedoli, docente d'analisi matematica dell'Università di Bologna, spiegando un teorema d'Ulisse Dini, lo paragonava per altezza di d'ingegno a ad un canto della Divina Commedia di Dante Alighieri. Forse non tutti saranno d'accordo sul piano metodologico, nel paragonare grandezze non omogenee fra di loro, ma se il risultato raggiunto è quello di avere suscitato interesse o addirittura entusiasmo nell'ascoltatore o nel lettore, comunque questo paragone può essere considerato un fatto positivo. Introdurre un'opera di Rembrandt contrapponendola ad una di Franz Hals o addirittura ad una di Caravaggio, può essere utile alla comprensione di tutti questi maestri. Spiegare una teoria biologica sull'invecchiamento contrapponendone una diversa, vuol dire non soltanto analizzare più a fondo il fenomeno oggetto di studio, ma anche porre il lettore in condizione di effettuare le sue autonome considerazioni. Quale maniera migliore di spiegare un fattore di rischio se non il contrapporgli il fatto patologico in atto? Quale maniera migliore di spiegare l'utilità di un farmaco se non quella di porre a confronto le diverse alternative, in rapporto alla diverse reattività fisiologiche? Si sono così tenuti presenti anche i possibili danni emergenti, e si sono rapportate a questi i benefici ricavabili dai farmaci. Quale maniera migliore di spiegare la necessità dell'intervento farmacologico preventivo, se non quello di porla a confronto con il successivo intervento chirurgico, quando necessario ed ancora possibile? Quale maniera migliore di spiegare la tutela dei diritti della persona se non quella di contrapporgli le conseguenze di un abbandono sociale? Queste conseguenze porterebbero necessariamente ad un intervento di recupero che inciderebbe, oltre che sul piano etico sanitario, anche, e sul piano socio economico in misura maggiore, di quello che sarebbe stato il costo di un intervento preventivo. E' più costoso pagare un'analisi in più ad una persona anziana, sotto controllo, o sostenere le spese d'ospedalizzazione per un fatto patologico riconducibile ad una mancata cura preventiva? Con questa visione abbiamo raccolto diversi contributi provenienti da studiosi di diverse discipline, certamente non in maniera esaustiva, ma con la modesta ambizione di aprire diverse finestre sulla realtà circostante. Abbiamo cercato di raggruppare i diversi contributi secondo quattro diverse fasi temporali, derivate dalla storia della medicina classica, ma reinterpretate in maniera nuova. Si usava, anticamente, suddividere l'età dell'uomo in quattro fasi, paragonando l'adolescenza alla primavera, la giovinezza all'estate, la maturità all'autunno e la vecchiaia all'inverno. Nell'organizzazione che si è data alla nostra trattazione, l'autunno è paragonato alla disfunzione di un organo, l'inverno alla patologia di quell'organo, la primavera alla terapia e l'estate alla riabilitazione. In particolare, l'estate può essere identificata con la riabilitazione psico fisica ed il reinserimento e l'integrazione del paziente nella famiglia e nel suo ambiente. Non più paziente a carico, ma persona autosufficiente e recuperata in maniera per lui dignitosa, all'interno della società. Ecco così che al pessimistico scenario invernale che s'incupisce senza speranza, si sostituisce la più ottimistica visione di una nuova estate della vita.

AVVERTENZA: I contributi dei singoli autori sono, di norma, corredati da una ricca bibliografia che permette al lettore che lo desideri, di approfondire i singoli argomenti di suo maggiore interesse. Altri lettori che hanno esercitato attività professionali diverse possono avere meno familiarità con gli argomenti trattati, che sono specifici di un particolare campo della conoscenza umana, cioè quello delle discipline biomediche. Per agevolare la lettura dei testi, teoricamente, potrebbe sembrare opportuno predisporre in appendica al presente volume un lessico o glossario o repertorio delle più importanti voci trattate. Tuttavia, in questo caso, si tratterebbe di un vero e proprio dizionario enciclopedico che esula naturalmente dalle possibilità e dalle finalità del presente volume. le numerosissime enciclopedie della Scienza e della Tecnologia che esistono sul mercato possono rispondere perfettamente alla necessità di conoscere esattamente il significato dei singoli termini scientifici utilizati. I curatori delle presenti note ne hanno individuato diverse che possono perfettamente rispondere allo scopo. Alcune di queste sono dizionari enciclopedici, altre sono il risultato dell'assemblaggio degli inserti scientifici che diversi quotidiani nazionali hanno prodotto in questi anni.


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PARTE I - L'AUTUNNO

Cos' è l'invecchiamento? Con quest'interrogativo diversi autori iniziano la loro trattazione. Si vede subito che la questione è quanto mai più complessa della semplicistica risposta data dal mondo romano. Questo individuava nella vecchiaia una vera e propria malattia. "Senectus ipsa morbus est." Sentenziava Publio Terenzio e riprendeva Cicerone in "Cato major, de senectute" Diverse sono le teorie che cercano di individuare quella, per ora indefinibile, linea che separa la maturità dalla vecchiaia. Si tratta di un equilibrio mobile fra gli agenti aggressivi e le difese immunitarie. Nelle pagine d'estremo interesse, che seguono, viene analizzato questo tema accentuando il ruolo dell'alimentazione nell'accelerare o ritardare l'insorgere degli stress ossidativi cui è legato il processo d'invecchiamento cellulare. Qual è l'identikit allora della persona potenzialmente longeva? Allo stato attuale della ricerca scientifica, qual è il ruolo prevalente degli enzimi? Il mantenimento della giovinezza cellulare o l'esplosione delle cellule tumorali? Dove passa il sottile e complesso equilibrio della natura che fa vivere le cellule tumorali e morire quelle normali? Affascinanti quesiti ai quali si cerca anche qui una risposta in un mondo scientifico in continua evoluzione. E la mortalità cellulare non si può riverberare anche, in effetti, benefici? Certamente sì, si risponde per alcune situazioni patologiche particolari. Come interviene e come agisce quell'affascinante meccanismo che si chiama "orologio biologico?" Ove fosse possibile inibire i fenomeni d'invecchiamento quali effetti insorgerebbero a livello personale, familiare e sociale? Quello splendido slogan dell'incontro dell 'OMS a Vienna nel 1982 che voleva "dare vita agli anni" che corrono, si propone un obiettivo realizzabile? Esistono e sono stati trovati dei fattori d'immuno senescenza? Ed entrando più nel dettaglio, l'invecchiamento generale dell'organismo è la somma degli invecchiamenti parziali dei singoli organi? E di quali organi ci vogliamo occupare innanzi tutto? E' naturale soffermare innanzi tutto l'attenzione sui più importanti organi e cioè sul cervello e sul cuore. Considerazioni pratiche ci hanno spinto ad iniziare la trattazione con i fattori di rischio cardiovascolare, forse i primi di cui si avverte la presenza, ma anche quelli suscettibili di trattamenti preventivi e terapeutici di provata efficacia (medicina basata sull'evidenza), mentre per la trattazione degli ictus cerebrali, ove il recupero si presenta più complesso, si è rimandato alla parte successiva (Inverno). Ecco quindi perché s'incomincia a trattare delle patologie cardiovascolari: dall'arteriopatia obliterante cronica alle patologie vascolari periferiche. Proprio il capitolo delle malattie croniche invalidanti, non solamente di natura vascolare, è quello che costituisce il gruppo più importante delle disfunzioni ricorrenti fra gli anziani e non solo fra loro. Anzi dal punto di vista dell'Economia Sanitaria, oggetto dello studio non è un "anziano" dai contorni indefiniti, bensì " la persona affetta da patologie tipiche dell'età avanzata che sono soprattutto quelle croniche invalidanti". Per quanto riguarda disfunzioni e patologie dei singoli organi, il confine fra disfunzione e patologia vera e propria risulta non sempre definito. Per questo, molte disfunzioni sono trattate nella parte che segue (l'inverno) insieme alle patologie vere e proprie. Considerazioni assolutamente empiriche ci hanno spinto a collocare fatti patologici di tipo prevalentemente infiammatori, come possono essere ad esempio quelle articolari, nella parte prima "Autunno" ed a collocare patologie più serie nella parte denominata "Inverno". A conclusione di questa parte occorre soffermare la propria attenzione anche sugli aspetti demografici sanitari e sociali. Sembra allora naturale mettere prima a confronto i due diversi punti di vista: quello dell'Azienda Sanitaria Locale e quello del malato. Passando ad esaminare poi l'impatto delle problematiche esistenziali dell'anziano, nella società cosiddetta complessa, occorre soprattutto tener presente il rapporto fra le diverse generazioni che non deve assolutamente interrompersi e nemmeno affievolirsi, ma al contrario, arricchirsi sempre più di contenuti, in una società nella quale al progresso tecnologico, sembra fare sempre più riscontro un impoverimento spirituale, una mancanza di dialogo ed una crescente solitudine.

- L'invecchiamento: teorie biologiche a confronto  M.Marini - C.Franceschi
- Fisiologia e meccanismi dell'invecchiamento  P.Puddu
- Diabete Mellito: epidemia del nuovo Millennio A.Ciavarella
- Fattori di rischio cardiovascolare: quale il ruolo nell'arteriopatia obliterante
cronica periferica 
G.Scondotto - C. Mussoni
D.Aloisi
- Patologie vascolari nell'anziano: le varici S.Coccheri
- L'invecchiamento articolare S.Laterza
- Gli anziani: nuova categoria di uomini e donne. Ricadute di ordine medico e sanitario S.Semeraro - M.Trentini
- L'evoluzione della popolazione anziana e malattie croniche C.Hanau
- Essere anziano, oggi, è un gran problema L.Pagnoni

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PARTE II - L'INVERNO

Abbiamo assimilato l'inverno alla patologia. Che cos'è la patologia? Con questo termine si indica quella parte della scienza medica che ha come oggetto di studio la manifestazione biologica delle diverse malattie. Il termine "patologia" comprende due termini greci: "pathos" cioè sofferenza e "logos" discorso. Quindi lo studio della sofferenza, che comprende la conoscenza dei diversi tipi di malattie e la loro classificazione (nosologia), le loro cause (eziologia) e lo sviluppo dei sintomi e delle loro conseguenze. Con riferimento ai settori, volta a volta posti sotto analisi, si distinguono l'anatomia patologica, (esame al microscopio delle cellule dei tessuti) , la fisiologia patologica, (studio dei particolari delle cause di cattivo funzionamento di un organo), la chimica patologica (uso dei metodi chimici per cercare di scoprire le cause di un certo disturbo ). Con riferimento alle diverse parti del corpo studiate, possiamo parlare di neuropatologie, dermopatologie etc.. e soprattutto possiamo soffermarci sulla patologia cellulare che tiene conto delle deviazioni di ordine metabolico che si accompagnano o addirittura precedono le alterazioni morfologiche della cellula, osservabili con I più moderni strumenti. Fra le più importanti patologie vascolari dell'anziano vengono presentate, in questo volume, l'ictus cerebrale e la trombosi venosa profonda. L'ictus cerebrale è "la comparsa improvvisa di un disturbo cerebrale (focale o globale) , di durata superiore alle 24 ore, di origine vascolare". Cause, diagnosi, terapia, postumi e riabilitazione e soprattutto prevenzione (primaria e secondaria) vengono attentamente esaminate nelle relazioni proposte. Analoga attenzione è posta alla Trombosi Venosa Profonda, "malattia non infiammatoria caratterizzata dalla formazione e dal rapido accrescimento di un trombo nelle vene profonde, in genere degli arti inferiori" ed all' arteriopatia ostruttiva cronica periferica, degli arti inferiori. Particolare interesse presenta l'esame comparato del fatto neoplastico in una persona giovane ed in una persona anziana. Nel primo caso, si tratta di un fatto relativamente più raro, ma assai più temibile, perché il metabolismo cellulare della persona giovane permette il progredire della malattia in misura veloce ed inarrestabile. Nel caso della persona anziana, invece, il rallentato metabolismo ed altri meccanismi paralleli ritardano il proliferare delle cellule tumorali. In modo che la diagnosi di un fatto neoplastico non corrisponde necessariamente ad una condanna a morte in un tempo ravvicinato. La terapia migliore delle neoplasie rimane comunque un'attenta prevenzione, con il controllo dei diversi fattori di rischio, analiticamente esaminati, in diverse relazioni. Col progredire dell'età, diminuiscono le resistenze immunitarie (locali e sistemiche), ci si ammala più facilmente cioè, in termini medico scientifici, aumenta l'indice di morbilità, e, per le aumentate resistenze degli agenti patogeni ai trattamenti antibiotici, aumentano anche i rischi di un'evoluzione infausta della malattia, cioè aumenta l'indice di mortalità. Per le patologie dei diversi organi viene effettuata, nel testo, un'ampia rassegna delle cause e degli effetti, rilevando quali patologie presentino nell'età geriatrica un indice di morbilità e mortalità particolarmente elevati (come per esempio nel caso delle affezioni tubercolari). In altra relazione vengono poi analiticamente esaminate le affezioni bronco respiratorie che, pur presentando un basso indice di mortalità, tuttavia presentano un indice di morbilità elevato e quindi un notevole danno sociale. Un tema a parte, particolarmente interessante, dettagliatamente trattato nel testo, e recentemente salito alla ribalta della cronaca è quello della possibile tossicità dei farmaci. Questa viene evidenziata dalle modificazioni e dalle alterazioni delle funzioni renali. E' chiaro quindi che, anche per questi motivi, interessa l'esame della patologia di questo organo ed anche delle terapie renali sostitutive (emodialisi periodiche e trapianti), le quali, oltre che l'anziano, riguardano una particolare categoria di pazienti di tutte le età, quelli appunto oggetto di trapianto. L'argomento della prevenzione delle neoplasie femminili, per la loro delicatezza e precocità, è generalmente ben noto a tutti e ben trattato a livello preventivo. Da tempo le ASL, i Comuni ed altre istituzioni si sono impegnate a fondo in campagne di sensibilizzazione e di prevenzione, che hanno raggiunto la maggior parte della popolazione femminile. Diverso è il caso delle neoplasie dell'apparato genitale maschile, soprattutto affezioni della vescica e della prostata. Queste si possono manifestare in età avanzata repentinamente e senza segni premonitori. In genere queste patologie maschili sono meno conosciute delle omologhe patologie femminili. Per questo motivo si è ritenuto di approfondire particolarmente questa trattazione di una patologia che può essere prevenuta, se il possibile paziente ne viene preventivamente a conoscenza e si sottopone alle cure necessarie. Un'altra caratteristica della sessualità maschile sono le modificazioni vascolari, neuropatiche ormonali e da farmaci che insorgono nell'età anziana e soprattutto gli effetti psicologici annessi alla cosiddetta "virilità" e, di converso, al tramonto della medesima. Non sembra che in campo femminile esista sul piano psicologico un analogo valore attribuito alla cosiddetta "femminilità". Risulta quindi naturale che sia stato dato più ampio risalto alle modificazioni dell'apparato sessuale maschile piuttosto che a quello femminile. Nella breve rassegna degli organi centrali, in carenza dei quali si perviene alla morte dell'individuo, occorre ora occuparci del fegato. Il fatto che il fegato fosse composto di un tessuto rigenerabile era già noto agli antichi. Su questo tema essi avevano costruito il mito di Prometeo, incatenato da Zeus ad una roccia, mentre un'aquila gli divorava il fegato che continuava a riformarsi. E quindi chiaro che quest'organo è trapiantabile anche in parte e quindi il rapporto fra donatore e ricevente non comporta automaticamente la morte del primo, a parte il fatto che, in questo caso, sono possibili anche trapianti da animali. A conclusione di una rassegna di patologie di carattere generale, occorre tener conto delle inabilità ortopediche e traumatologiche. "La frattura di un segmento scheletrico maggiore nell'anziano è da considerarsi malattia grave per le conseguenze di ordine generale che può causare " Le complicanze respiratorie e cardiovascolari derivate rappresentano spesso la causa di morte di persone in età avanzata anche in assenza di particolari patologie. Gli organi della vista, dell'udito, dell'equilibrio non sono certamente primari nella conservazione dell'esistenza dell'individuo, tuttavia sono fondamentali per la qualità della vita e l'autonomia del soggetto. Fra i cinque sensi quello della vista è senz'altro il più importante ed è quello che primariamente va tutelato. Ci sono delle patologie della visione che possono essere causate sia dall' invecchiamento fisiologico, sia da fenomeni periferici collegati a fattori patologici generali (per esempio il diabete). L'invecchiamento fisiologico dell'occhio comporta diverse modificazioni, fra le quali la più grave è la degenerazione maculare. Per quest'affezione la cura migliore è, come sempre, quella preventiva e quindi bisogna porre particolare attenzione ai fattori di rischio che sono diversi e dettagliatamente descritti. Tuttavia quando la patologia sia insorta è necessario un trattamento "Quando la membrana interessa regioni extrafoveali si può ricorrere alla fotocoagulazione argon laser, in quanto la perdita di tessuto retinico non risulta disturbante agli effetti visivi." Il decadimento della funzione auditiva, dovuta all'età ed alla concomitante alla disposizione ai rumori nocivi, viene chiamato "presbiacusia" . Questa comporta un progressivo peggioramento della soglia uditiva che interessa inizialmente le frequenze più acute per estendersi progressivamente a quelle più basse. Se è vero che la mancanza della vista è senz'altro più drammatica della mancanza dell'udito è altrettanto vero che una diminuzione dell'udito comporta danni più sensibili della diminuzione della vista. Infatti il primo effetto della sordità parziale è l'isolamento della persona e la sua esclusione dal dialogo. A questo si associa poi un fenomeno di turbe dell'equilibrio con danni emergenti al sistema nervoso centrale. Questi fatti patologici emergono poi con drammatica evidenzia nei casi di epilessia, che vengono successivamente esaminate. A conclusione delle patologie esaminate si propongono analisi di patologie minori quali le diverse cefalee o nevralgie in particolare nell'anziano e le dermatopatie nell'età senile. 

- Le più importanti patologie vascolari nell'anziano: l'ictus cerebrale la trombosi venosa profonda  S. Coccheri
- Ictus: una nuova pandemia?  A.Gaddi
- L'arteriopatia ostruttiva cronica periferica degli arti inferiori  G. Scondotto - C. Mussoni
D. Aloisi
- Problema neoplastico negli anziani G.Celenza
- Infezioni nell'anziano: inquadramento clinico e prospettive terapeutiche F.Chiodo - R.Manfredi
- Patologie nefrologiche   V.Bonomini - A.Vangelista
- Fisiopatologia della prostata A.Benati
- Patologie epatiche F.B.Bianchi
- La bronchite cronica: una malattia molto invalidante e molto sottovalutata  F.Brignani
- L'occhio: invecchiamento fisiologico  R.Meduri - L.Scorolli
- I disturbi dell'udito e dell'equilibrio nell'anziano A.Rinaldi Ceroni - M.Montaguti
- L'epilessia nell'anziano P.Pazzaglia
- Le cefalee nell'anziano R.D'Alessandro
- Inabilità ortopedica nella deambulazione dell'anziano L.Boccanera - M.Laus - L.Brizio
- Considerazioni cliniche sulla sindrome da immobilizzazione dell'anziano operato E.Lucisano
- Dermatologia ed età senile M.Negosanti - E.Ghetti - L.Rizzoli
- L' Inverno G.Vitali - G.Bolelli

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PARTE III - LA PRIMAVERA

La mancanza di prospettive e di speranze per il futuro, il senso d'emarginazione e d'inutilità che possono sopraggiungere in un individuo nell'età anziana, costituiscono oppure no un fattore di rischio per la sua salute? Secondo Eric Berne, possiamo dire che il tempo di una persona viene vissuto "o aspettando Godot oppure aspettando papà Natale." Cioè o si vive aspettando la morte oppure si è in grado di darsi obiettivi od orizzonti positivi che, man mano, si rinnovano nella misura in cui i precedenti obiettivi sono stati raggiunti. Possiamo essere in grado di "strutturare" il nostro tempo, in qualunque età ed in qualunque situazione? Grandissima è la capacità creativa e realizzatrice di un essere umano, ed un non piccolo aiuto può provenirgli anche dalla fede religiosa. (Chi può dimenticare il meraviglioso esempio di quella donna che ha diretto una rivista, stando rinchiusa dentro un polmone d'acciaio?). Viceversa, la mancanza di prospettive può venire riempita, con l'aspettativa della morte, vista forse come una liberazione. Questo può causare una malattia vera e propria? Ci si può ammalare prima nello spirito e poi nel corpo? Un'infinità di disturbi psichici o psicosomatici possono precedere la malattia vera e propria: tristezza, perdita dell'autostima, lamentele, disperazione, ansia, idee suicide ecc…. oppure: rallentamento psico motorio, rifiuto di cibo e di cure, insonnia, apatia, irritabilità emotività eccessiva ecc…. In questo caso, si ha un progressivo ripiegamento temporale su un presente immobile e doloroso ed un restringimento dello spazio esistenziale con chiusura verso l'esterno, rifugio nella propria casa e taglio di contatti col mondo esterno. Questa è la depressione.
Come si cura? Il suo trattamento si avvale di molteplici canali da quello farmaco - terapico a quello psicoterapico, con stimoli costanti, verso una progressiva ripresa. In questo quadro complesso, il "tecnico" non può eludere le sue responsabilità etiche. Non si può tenere conto di un solo dogma e di una sola regola: "l'efficienza", anche perché, in questo caso, il concetto stesso perde di significato. L'uomo non è una macchina, quello che occorre è una vera e propria "rivoluzione umanistica per l'uomo". Quale? Alcuni autori provano a rispondere. Ma in medicina non si può rispondere come in matematica, o in fisica. Esiste un nesso quantitativo preciso nel rapporto causa effetto? Oppure questo nesso è definibile solo sul piano qualitativo? Alcune teorie correlano, in qualche maniera alla lunghezza del vissuto precedente, l'insorgere di alcune particolari malattie. Viene in proposito rilevato che anche il rischio di una malattia neoplastica aumenta, con l'aumentare degli anni. E' allora "verosimile" ritenere che la prevalenza dei tumori negli anziani sia la conseguenza della dose totale di cancerogeni, assorbiti nell'arco dell'intera vita e della risposta individuale a quest'assorbimento. Esiste un rapporto dose - tempo d'esposizione - effetto - invecchiamento, negli organi quali: il polmone, il colon retto, la mammella, l'endometrio, la prostata, la vescica, la cute.? Si possono misurare queste dosi che si accumulano? Quest'accumulo si può contenere? La risposta varia per i diversi individui e per ogni tipo d'organo. Per le malattie di tipo cardio vascolare, lo studio dei fattori di rischio è molto avanzato. Ne è derivata una dietetica consigliata ed una terapia farmacologica preventiva. E qual è la situazione relativa al controllo delle evoluzioni delle malattie tiroidee (metastasi polmonari ecc.. ) a più elevato impatto sociale nella popolazione che, "per le sue caratteristiche biologiche, si inserisce nelle fasi più produttive della vita"? Alcuni autori, sulla base delle esperienze cliniche, effettuate nell'Ospedale S. Orsola di Bologna, dimostrano che l'utilizzo del radio iodio presenta notevole efficacia (risposte positive nel 92% dei casi). Procedendo nell'esposizione, seguendo un ordine che va dall'organo di carattere generale a quello di carattere particolare e che va dalla terapia di carattere medico farmacologico fino a quella di carattere chirurgico, quali saranno gli argomenti prioritari? Il paziente deve avere una conoscenza del suo stato patologico? Nel caso dell'ipertensione arteriosa, che rappresenta un ben identificato fattore di rischio cardio vascolare e cerebro vascolare, è stato ampiamente documentato che solo una minoranza di pazienti viene sottoposta a terapia anti ipertensiva ed una quota ancora più ristretta presenta un soddisfacente controllo dei valori di pressione arteriosa. (Un paziente è considerato iperteso, quando, dopo ripetuti controlli, mantiene valori superiori a 140/90 mmHg.) Proprio ora che tanti elementi conoscitivi nuovi sono emersi, quest'ignoranza oppure questa trascuratezza "di ritorno" non è un vero e proprio paradosso? Ci sono e quali sono gli elementi conoscitivi nuovi, in materia d'ipertensione? Alcuni autori danno interessanti risposte. Inoltre, nei trattamenti relativi allo scompenso cardiaco nell'anziano, (ma non solo in quelli), si deve porre attenzione all'alterato metabolismo, alla mutua interazione dei vari farmaci, utilizzati nella cura delle diverse disfunzioni patologiche, ed all'impropria o discontinua assunzione dei farmaci da parte dei pazienti stessi? L'età biologica coincide con l'età anagrafica? Cosa è più importante: cercare di migliorare la sopravvivenza, oppure la sintomatologia, la qualità della vita e delle ospedalizzazioni? Che cos'è la cardiologia invasiva? E' solo una metodica di studio emodinamico - angiografico, per la diagnosi più approfondita ed accurata delle varie cardiopatie?. Oppure è un vero e proprio trattamento che, attraverso un piccolo foro cutaneo introduce una sottile sonda nel sistema arterioso con facile avanzamento fino al cuore, ove si può così intervenire? Possono, in tal modo essere evitati i trattamenti chiamati "a cuore aperto?" In altre parole, si può evitare l'apertura traumatica del torace, la conseguente riabilitazione fisio terapica, l'arresto cardiaco, in fase operatoria e l'attivazione della macchina cuore - polmone ed i rischi operatori cardio chirurgici connessi, specie nelle persone anziane? Ci sono situazioni nelle quali non è più possibile un trattamento di cardiologia invasiva e si deve passare ad un trattamento chirurgico vero e proprio con by pass coronario, oppure sostituzione valvolare, oppure by pass coronario associato a sostituzione valvolare? Che cos'è l'aneurisma addominale dell'aorta? Esistono dei sintomi? Quali sono i metodi diagnostici? E quali sono i limiti per intervenire chirurgicamente? Come si valutano i rapporti rischi - benefici? Qual è il tipo d'intervento da effettuare? Come viene effettuata l'assistenza post operatoria e la riabilitazione? Risposte precise sono state date a tutti questi interrogativi, d'estremo interesse, E per quanto riguarda il cervello, quali interventi chirurgici si possono effettuare? E' possibile il trattamento chirurgico dell'ematoma sottodurale cronico? Ed il trattamento dell'idrocefalo normoteso? Quali sono le forme neoplastiche del cervello trattabili chirurgicamente? Sono trattabili, e come, gli aneurismi cerebrali? Per quanto riguarda le malattie epatiche irreversibili: quali sono i casi trattabili e le metodiche applicabili nei trapianti di fegato? Come si trattano chirurgicamente i tumori nel polmone? Quali sono i risultati ottenuti? E' diversa la situazione per gli anziani rispetto ai giovani? E' vero che i tumori sono meno aggressivi negli anziani rispetto ai giovani? Perché gli anziani arrivano frequentemente alla diagnosi, con malattia più localizzata e più spesso con carcinomi epidermici, e quindi con un'istologia più favorevole? "Nei soggetti anziani, soprattutto, i tumori del colon retto hanno un'elevata incidenza di esordi acuti, che necessitano d'interventi di terapia chirurgica d'urgenza. Tuttavia la terapia chirurgica di tale tumore risulta essere largamente standardizzata con bassa mortalità e morbilità negli interventi d'elezione." Altre sono le attenzioni da porre in queste categorie di pazienti ultra anziani. Qui di seguito, viene presentata l'esperienza nel trattamento chirurgico d'urgenza di tali neoplasie, in pazienti con età maggiore di ottanta anni, corredandola con valutazioni statistiche relativa discussione dei dati. Per quanto riguarda gli organi dei sensi, come per la parte precedente (l'inverno), riprendiamo la trattazione dal più importante di questi, e cioè dall'occhio. Il trattamento medico e chirurgico dei vari disturbi che possono portare alla cecità, ha senz'altro ottenuto un'attenzione prioritaria rispetto a quelli che danneggiano l'udito, l'olfatto, il tatto ed il gusto. Cinque sono le diverse funzioni visive, che vengono analizzate e che possono essere variamente compromesse, nell'età anziana. Nel caso in cui queste disfunzioni fossero state congenite ed avessero riguardato l'età infantile, ogni trattamento sarebbe stato estremamente più complesso perché avrebbe dovuto tenere presente, l'ulteriore sviluppo dell'organo, nell'età evolutiva. Nell'età anziana, invece, l'organo ha completato il suo sviluppo e può essere trattato con dovizia di strumenti, medici e chirurgici, quali sono quelle che la medicina moderna continuamente mette a disposizione degli operatori. Il trattamento della cataratta ha raggiunto dei livelli tali d'efficienza, da permettere ai pazienti "una ripresa quasi immediata delle loro abituali attività" Meno immediato il trattamento del glaucoma, insidioso per mancanza di sintomi precoci e del distacco della retina. Comunque, l'utilizzo del laser, ha permesso un sostanziale progresso nei più svariati campi d'intervento. Ora, l'obiettivo dell'oftalmologia moderna è quello di riuscire a prevenire le malattie, o per lo meno, attuare una terapia causale non chirurgica.Capitolo fondamentale nella vita dell'anziano è la riduzione della sua capacità motoria. Secondo cultori di fisiopatologie articolari, le patologie, tipiche nell'età geriatrica potrebbero raggrupparsi in tre filoni: quell'internista, quella reumatologica e quella ortopedica. Le terapie richiedono una preparazione poli disciplinare riferibile, di solito, alla figura dello specialista fisiatra. In ogni situazione clinica, oltre alla necessaria diagnosi ed all'indispensabile piano terapeutico, si pone l'esigenza di un programma riabilitativo che preveda l'impiego di mezzi farmacologico mirati, fisio terapici strumentali, chinesi - terapici adeguati e le tecniche più avanzate di rieducazione neuromotorie. Non si tratta di un "pacchetto standard" ma di un insieme di provvedimenti calibrati su ogni singolo individuo. Quanto sopra, cioè l'insieme di provvedimenti calibrati su ogni singolo individuo è quello che riesce a proporre l'ANT (Associazione per la lotta ai tumori solidi), col suo progetto Eubiosia, attivato nel 1985 a Bologna, ad onore e vanto delle sue strutture di assistenza, e diffusosi successivamente in altri centri della penisola.

- La depressione nell'anziano - "Aspetti clinici e terapeutici" V. Volterra
- Una rivoluzione umanistica per l'uomo R. Palmirani
- L'anziano: uno sguardo dal ponte ( L'oncologo ) M.Sacco
- L'impatto della terapia iodometabolica nell'ambito della patolgia funzionale neoplastica della tiroide L.Busutti - R.Pasquali
- La terapia farmacologica dell'ipertensione arteriosa: recenti acquisizioni E.Ambrosioni - S.Bacchelli
D.Degli Esposti - C.Borghi
- Il trattamento farmacologico dello scompenso cardiaco nell'anziano E.Ambrosioni - S.Bacchelli
D.Degli Esposti - C.Borghi
- La cardiologia invasiva C.Marrozzini - A.Marzocchi
- La cardiochirurgia nel grande anziano: realtà e prospettive A.Pierangeli - G.Marinelli
- Gli aneurismi dell'aorta addominale nell'anziano M.D'Addato - A.Freyrie
- L'arte di invecchiare: prospettiva da un chirurgo dei trapianti A.Cavallari - N.De Ruvo
- Le patologie neurochorurgiche nel paziente anziano F.Calbucci - A.Fioravanti
- Terapia chirurgica del cancro del polmone nell'anziano R.Bazzocchi - M.Mastrorilli
G.Grani - D.Pagani - F.Putrella
F.Sellitri - S.Stanzani - M.Chittolini
- La chirurgia d'urgenza per cancro colon rettale negli ultra ottantenni O.Campione - L.D'Alessandro
F.Catena - A.Avanzolini
- Trattamento clinico e chirurgico oculistico E.Campos - C.Bellusci
- La riabilitazione geriatrica - Il problema socio politico S.Laterza
- Progetto Eubiosia R.Pannuti

BSC
PARTE IV - L'ESTATE

Il tempo è anche una ricchezza, c'insegnano i proverbi popolari che il tempo è denaro. Allora ogni uomo è potenzialmente miliardario in secondi e milionario in minuti e come ogni capitale, il tempo della vita, se ben gestito, si incrementa in quantità e qualità. Insegnare all'uomo a gestire questa ricchezza è il più grosso regalo che gli si possa dare. Se la vita è un progetto continuo, creativo giorno per giorno, essa può risultare migliorata nella sua qualità e prolungata nel suo sviluppo. Si vive in parte anche perché si vuole vivere? Così sembrano insegnarci filosofia e religione che considerano l'uomo nella sua intima essenza e gli insegnano a donare e donarsi, a vivere per il prossimo, a considerare il prossimo come "fine e non come mezzo" (E: Kant). Ricorda un autore la parabola evangelica dei talenti ( "tàlanton" era un peso determinato in argento: circa 26 Kg. ) "In senso figurato i talenti fanno venire in mente attitudine, capacità umane, da non nascondere, da non seppellire in una buca, ma da mettere a frutto… A volte, una persona anziana rende un buon servizio anche con la sua sola presenza. " Si può dare, senza aver prima ricevuto? Si può amare senza essere stati amati? Finora abbiamo accennato al dare; diversi autori più oltre si soffermano sul ricevere.
E piano scientifico, da quali fattori dipende la longevità? Dal punto di vista biologico, si confrontano due differenti teorie , illustrate dagli autori. Secondo la prima (il cosiddetto modello genotipico), l'invecchiamento è un processo predeterminato; dovuto a dei geni particolari presenti nell'individuo, "geni selezionati nel corso dell'evoluzione, per favorire l'eliminazione degli individui che hanno superato la fase fertile del ciclo vitale".Secondo l'altra teoria (modello fenotipico) "l'invecchiamento è il frutto di progressivi processi di deterioramento, che inevitabilmente si accumulano nel tempo, per effetto di agenti patogeni e di processi endogeni deleteri." Quale seguire? Come avviene per la spiegazione di tanti altri fenomeni naturali, le due teorie non sembrano escludersi a vicenda, ed il modello che risulta più convincente è una combinazione dei due precedentemente descritti. In particolare, tenendo, come base, il secondo modello, ci si può riferire a dei geni che portano a sindromi d'invecchiamento precoce, favorendo l'insorgere di diverse malattie. Sembrerebbe logico pensare anche a dei geni che possano agire in senso favorevole per la sopravvivenza. Esistono? Non sono stati isolati. Si conoscono i fattori di rischio. Si sa è che certi tipi di comportamento (restrizione calorica, movimento, igiene dell'ambiente e dell'alimentazione) possono favorire la longevità. E si può quindi parlare di "prevenzione dei fattori di rischio e miglioramento della qualità della vita." Quali fattori vanno considerati prioritari? La valutazione può dipendere anche dalla visione della vita del paziente o anche dalla specializzazione clinica o chirurgica del medico al quale ci rivolgiamo.
E' interessante però che in molti casi i fattori di rischio sono largamente sovrapponibili per la prevenzione di diverse patologie, in particolare: cardiovascolari e tumorali. Ed in tema di prevenzione, le attività preventive sono tutte dello stesso tipo? Evidentemente no, perché la prevenzione primaria riguarda le persone non ancora colpite da eventi patologici, e vede come protagonista il medico di famiglia o lo specialista che deve rivolgersi ad un paziente ancora ignaro, mentre la secondaria riguarda coloro che sono già stati colpiti da eventi patologici e che sono quindi ben più consapevoli dei rischi. Riguardo poi gli eventi patologici, va tenuto presente che "la malattia e la sofferenza fanno parte della vita dell'uomo come parti integranti e normali e non come fastidiose evenienze" e come tali vanno accettate e trattate. Inoltre, il medico deve conservare un difficile equilibrio, fra il tenere conto, da una parte, della necessità di prevenire l'evento patologico e, dall'altra parte,di evitare un accanimento diagnostico e terapeutico che porti ad una medicalizzazione della vita. Ciò posto, quali sono i fattori di rischio prevalenti? Quali le modifiche a questi fattori di rischio? Quali le diagnosi? Quali i trattamenti? La rassegna proposta dagli autori è ampia e non è sintetizzabile in quest'introduzione. Va ripreso invece il tema dei rapporti di un essere umano con i suoi simili. Anche se nell'immaginario collettivo sesso ed amore non sono mai stati coniugati con la senilità, un'analisi più oggettiva e scevra da preconcetti impone di dare delle risposte ben diverse. Infatti, le osservazioni oggettive dimostrano che "un progressivo restringimento dello spazio - azione dell'individuo, comporta anche una diminuzione del suo campo relazionale e della sua integrazione sociale." Pertanto, la tutela della salute sessuale dell'anziano è anche la tutela della sua salute in assoluto, senza aggettivi. Analogo ribaltamento di prospettive lo si ritrova pure sul piano del lavoro. Infatti, mentre nella società industriale "non c'era altra alternativa che essere produttori nelle ore di lavoro e consumatori nel tempo libero, mentre la società post industriale sta facendo nascere un'altra categorie di soggetti: quella dei produttori - consumatori che auto producono una parte del proprio consumo." Ciò vuol dire che il confine fra popolazione attiva e quella non attiva è un confine che si sposta verso un'età sempre più elevata ed è un confine sempre meno marcato. E c'è anche un altro tipo di ribaltamento di prospettive sul piano fisico, biologico . Si modificano nell'età anziana le sensibilità sensoriali? Alcuni autori evidenziano che ad una ridotta potenza fisica fa riscontro un aumento di sensibilità corporea diffusa, una reattività maggiore, anche agli stimoli più lievi, una sensibilità affettiva esaltata dall'esperienza. Tutti questi fattori possono aiutare la persona ad accettare le difficoltà emergenti, i piccoli acciacchi ed il timore di mali più grandi? Ed il crescente ruolo di modello comportamentale che viene ad assumere l'anziano in seno alla famiglia lo fortifica nell'elaborare i lutti che si addensano sul suo capo, per effetto della cesura dei legami affettivi con tante persone a lui coeve che si dipartono? Grande è quindi il ruolo della famiglia nella tutela dell'anziano e grande è il beneficio che la famiglia ricava dalla presenza dell'anziano. Lo scenario degli anni duemila, in Italia ed in Europa, presenta nuovi bisogni e nuove risposte.

- Un ruolo ed un nome L.Pardo
- La prerogativa dell'anzianità G.Catti
- Longevità: esiste una "ricetta?" C.Franceschi - M.Marini
- Prevenzione delle malattie e mantenimento dello stato di salute F.Naccarella
- Il sesso della terza età C.Flamigni - P.Mutinelli
- Come e perchè vive bene un centenario A.Gaddi
- L'anziano e il lavoro: la terza età come vocazione S.Zamagni
- Le crisi dell'uomo che invecchia : il ruolo della famiglia C. Stornante
La tutela degli anziani malati cronici non autosufficienti C.Hanau
- Lo scenario degli anni 2000 in Italia ed in Europa: invecchiamento della popolazione,
nuovi bisogni e nuove risposte
C. Franceschi - S. Valensin

 


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