FESTA DELLA STORIA 22 OTTOBRE 2018 - STABAT MATER DI BOLOGNA
Obiettivi e competenze da acquisire: ricordare e analizzare premesse, effetti, conseguenze delle Leggi Razziali del 1938, con particolare riferimento alla figura emblematica del bolognese Mario Finzi.
Un evento che ripercorre un passaggio tragico della nostra Storia e vuole essere un monito affinché non si ripetano condizioni discriminatorie nell’epoca attuale. Il seminario completa la proposta dell’11 luglio scorso dedicata agli “80 anni dalle Leggi Razziali”.
A ottant'anni dalle leggi razziali la Festa internazionale della Storia dedica una tavola rotonda (con crediti per l'Ordine dei Giornalisti) all'Archiginnasio, allo Stabat Mater.
Erano presenti il prof. Rolando Dondarini, che ha introdotto i lavori e la prof.ssa Beatrice Borghi, Università di Bologna. Sono intervenuti : Claudio Santini e Giovanni Rossi dell'Ordine dei Giornalisti.
Raccontare la storia Fatti e figure della storia di Bologna: Mario Finzi.
Hanno dato il loro apporto:
Lucio Pardo: già presidente della Comunità ebraica di Bologna e docente di Ebraismo, con “Le leggi razziali e la loro attuazione, a distanza di 80 anni dalle loro promulgazione”;
Massimo Manini: regista e videomaker ha parlato di Mario Finzi nella storia di Bologna.
Ha coordinato Franca Silvestri
Nell’ambito di Festa internazionale della Storia 2018
“Fatti e figure della storia di Bologna: Mario Finzi”
L’Ordine Giornalisti e la Fondazione Giornalisti dell’Emilia-Romagna Lunedì 22 ottobre 2018
Presso Sala dello Stabat Mater - Biblioteca dell’Archiginnasio
in Piazza Galvani, 1 - Bologna
“Le leggi razziali e la loro attuazione, a distanza di 80 anni dalla loro promulgazione”
Lucio Pardo (già presidente della Comunità Ebraica di Bologna, docente di Ebraismo - Studio Filosofico Domenicano Bologna)
“Mario Finzi nel contesto storico-culturale bolognese (ieri e oggi)”
Massimo Manini (regista, attore, sceneggiatore, film maker)
Introduce, coordina e conclude i lavori:
Franca Silvestri (giornalista)
CREDITI FORMATIVI PER GIORNALISTI
Numero max di giornalisti che potranno partecipare all’evento 100
Per l’evento sono riconosciuti 2 crediti formativi (1 credito all’ora)
NELLA SINAGOGA DI BOLOGNA CON IL RABBINO SERMONETA, L’ARCIVESCOVO ZUPPI E ISTITUZIONI CITTADINE., NUOVO LIBRO-TESTIMONIANZA DI LUCIO PARDO
Per il XIX Giorno della Memoria, la Sinagoga e la Comunità Ebraica di Bologna hanno ospitato un’iniziativa singolare e di interesse, che ha visto la partecipazione di autorità civili e religiose e di personalità della cultura cittadina. Cuore dell’evento è stato il nuovo volume di Lucio Pardo:Barbarie sotto le Due Torri edito dalla Regione Emilia Romagna.
Alla presentazione si è articolato un seminario formativo con crediti dell’Ordine dei Giornalisti con Giovanni Rossi e Claudio Santini: Storia, storiografia, racconto storico. Vicende ebraiche nella società del Novecento. Ha coordinato Franca Silvestri.
In apertura i saluti dei rappresentanti delle istituzioni che hanno dato sostegno alla realizzazione del libro e all’incontro: Daniele De Paz (presidente della Comunità Ebraica di Bologna), Yuri Torri (consigliere segretario dell’Assemblea Legislativa Regione Emilia-Romagna), Marco Lombardo (assessore del Comune di Bologna), Francesco Ubertini (Magnifico Rettore dell’Università di Bologna, presidente BSC – Bologna Sanità e Conoscenza), Giovanni Rossi (presidente dell’Ordine Giornalisti Emilia-Romagna). Il seminario è poi entrato nel vivo con le articolate e incisive relazioni del presidente emerito della Comunità Ebraica cittadina Lucio Pardo (Barbarie sotto le Due Torri. Storie di vita, cultura e civiltà negate) e dello storico Luciano Casali (Frammenti dolorosi della storia di Bologna al tempo delle Leggi Razziali).Molto accorati e partecipati i commenti del Rabbino capo della Comunità Ebraica di Bologna Rav Alberto Sermoneta (Una storia che non passa) e dell’Arcivescovo metropolita Monsignor Matteo Maria Zuppi (Unità del genere umano).Le conclusioni (La Storia continua), affidate all’ideatore della Festa Internazionale della Storia Rolando Dondarini e al presidente del Consiglio di Disciplina Territoriale dell’Odg Emilia-Romagna Claudio Santini, hanno messo in relazione formazione e informazione con uno “sguardo pedagogico” sul futuro.In chiusura dell’intensa Giornata, Massimo Manini (attore, film maker, regista) e Carolina Borghi (attrice) hanno proposto Un’esistenza sopravvissuta. Interv
Il BSC si occupa anche di storia, con pubblicazioni di volumi ed organizzazioni di convegni. Si è occupato di storia del territorio bolognese ed anche di altri temi di interesse.
In particolare, si occupa dei rapporti fra l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa.
Nella “Collana Historia” ha pubblicato il volume “Come ladri nella notte….” riferito alla cacciata dei non musulmani dall’Egitto di Gamal Abdel Nasser e della cordiale accoglienza di profughi in Italia.
Il volume è stato presentato per la prima volta nell’Aula Magna della Biblioteca Universitaria di Bologna il 20 ottobre 2008 e poi in diverse altre città d’Italia ed all’estero. In particolare è stato presentato diverse volte nella città di Brindisi, città simbolo dell’accoglienza e dell’ospitalità italiana, ove si spera di creare un Memoriale del Bene, proprio nel luogo che era stato predisposto all’accoglienza.
TRATTO DA:
Settimanale di Brindisi e provincia
I RICORDI DI BAMBINA, L’IDEA DI UN PROGETTO E L’INCAPACITÀ NOSTRA DI REALIZZARLO PER LEI
Il sogno di Carolina: Brindisi, città d’accoglienza
di Giancarlo Sacrestano
«Questa vicenda, esempio della solidarietà corale e partecipe che il Popolo di Puglia ha riservato a profughi esiliati ed abbandonati, la testimonianza su questa pietra ed il grato ricordo, nel cuore di chi non dimentica». Sono le parole incise sulla targa che si trova presso il porticciolo turistico di Bocche di Puglia a ricordo dei tanti profughi assistiti a Brindisi.
Brindisi è testimonianza di centinaia di migliaia di piccole importanti storie che, proprio sulle sue rive, hanno ritrovato dignità, un momento di accoglienza, il ritrovato abbraccio della vita.
Era un sabato il 29 ottobre del 1949, quando la mia famiglia approdava, profuga, alla “Stazione di Sanitaria Marittima” di Bocche di Puglia, ormai orfana di speranza.
Era un giovedì, il 29 novembre del 1956, quando la stessa cosa accadde alla famiglia di Carolina.
Il continuo rimescolamento degli assetti geopolitici, tutti a scapito di chi ha scommesso sulla fiducia in una speranza, fanno diventare fratelli i profughi, nonostante le diversità di origine del loro dramma.
Il mio, pesca nel riassetto delle regioni ellenico-balcaniche, il suo in quello israelo-egiziano. Io mezzosangue ortodosso, lei israelita.
La nostra fratellanza, come fiume carsico, riemerge qualche giorno fa e basta pochissimo sincronizzare i nostri sentimenti e dare energia al bisogno, insopprimibile, di chi profugo cerca e trova luoghi e persone, col bisogno di marcare e riconoscere i primi, abbracciare e fraternizzare con le seconde.
Ho scoperto a mie spese, ma è condivisa con ogni profugo, che l’incertezza inquieta di non appartenere, di essere perennemente alla ricerca della terra d’origine, esalti la sensibilità ai temi dell’accoglienza, dell’ospitalità e perché no, in alcuni casi, come per Carolina, trasformare un inquietudine profonda in una forte capacità di testimoniare una visione comune, un possibile tragitto che dalla testimonianza di chi non dimentica, arriva diretta al cuore di chi ancora non sa
“Come ladri nella notte” è il libro testimonianza che ha dato alle stampe più di un decennio fa. Quanto sia inciso in ogni profugo – e chi non lo è? – questo stato d’essere, Carolina Delburgo lo vive quotidianamente.
A farci scoprire fratelli è stato un fraterno amico di entrambi. Ironia della vita, pur non conoscendo questa mia identità clandestina, mi dice che Carolina è persona speciale ed io devo parlarle. Saprà solo ora che io e Carolina apparteniamo ad una fratellanza votatasi alla ricerca perenne e alla sorpresa perenne, di cercare per trovare le ragioni della speranza.
Ci inseguiamo, subito, col telefono e accade pure che la linea telefonica, stranamente si surriscaldi; pare come se, attorno al filo della memoria comune, intendano aggiungersi altri, col risultato che, stranamente cada spesso il contatto telefonico. Non dubitiamo della scarsezza delle connessioni, no.
Carolina ha un sogno, far conoscere di Brindisi, l’identità di luogo dell’accoglienza per eccellenza.
Non si stanca di ripeterlo, di inserirlo nelle sue suggestioni quotidiane.
Qui lei, allora bambina, ha vissuto momenti incantati, forse più sognati che reali e a guardare oggi ciò che resta della “Stazione Sanitaria Marittima” viene impossibile pensare che possa mai essere stata un luogo da sognare.
A Brindisi l’accoglienza, per Carolina si è fatta realtà viva, manifestata con la solidarietà, così mi ricorda e dice che, appena sbarcata, chiese al padre qualcosa da mangiare e lui con pochi spiccioli in tasca, ordinò al bar latte e brioches, ma il cassiere non volle il denaro, come pure gli stessi facchini del porto, offrirono gratis, ai profughi appena sbarcati, il loro servizio.
L’ospitalità e la solidarietà, come “gocce di latte” – questo mi dice Carolina – nel mondo della comune condivisione.
Quando nel 2005, ebbe l’occasione di essere in Puglia, ebbe anche l’opportunità di rivedere il luogo del suo soggiorno e racconta: “Quando sono arrivata lì il cuore mi batteva forte e avevo mani e piedi ghiacciati nonostante fossimo in luglio. Alla vista dell’ingresso, con i vecchi cancelli tutti arrugginiti, gli occhi mi si sono riempiti di lacrime ed ho tremato. Avevo paura di non farcela a ripercorrere il mio passato e a rivedere i luoghi che ricordavo da bambina”.
Oddio, tra gli over cinquanta brindisini, quei luoghi portano al ricordo di un parco di divertimenti, meta per famiglie e oggetto del desiderio dei bambini. Si chiamava “Babylandia” e per qualche anno accese illusioni negli occhi e nei cuori dei bambini brindisini.
A dispetto della miriade di testimonianze, che vedono Brindisi essere additata quale luogo di accoglienza per eccellenza, i brindisini annaspano, dubitano, restano incapaci di definire una propria identità compiuta.
Da Carolina Delburgo, sono arrivati a Brindisi, stimolanti suggestioni che, però, in oltre un decennio, non hanno spostato di una virgola, il livello di percezione del possibile beneficio socio-culturale e persino di un pragmatico ritorno economico dalla consapevolezza di essere, noi brindisini, eredi di un patrimonio di valori immateriali, quali l’accoglienza e l’ospitalità di cui non sappiamo neppure balbettare un minuscolo concetto che li accarezzi.
AUDIZIONE PALAZZO MADAMA - SENATO DELLA REPUBBLICA ROMA (7 dicembre 2017)
L’audizione della delegazione UCEI
“Ebrei fuggiti dal mondo arabo,
una vicenda da cui imparare”
Una riflessione a carattere storico sulle persecuzioni subite dagli ebrei nei paesi arabi, con testimonianze in prima persona sulla drammatica esperienza vissuta. E una riflessione sulle iniziative che le istituzioni possono intraprendere sia per meglio far conoscere quelle vicende sia per agire con efficacia e incisività nella gestione dei flussi migratori contemporanei. Queste le due direttrici del confronto avviato oggi al Senato, presso la commissione Affari Esteri, su iniziativa dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. Ad intervenire durante l'audizione l'assessore alla Cultura UCEI David Meghnagi, i Consiglieri Victor Magiar e Vittorio Mosseri, Carolina Delburgo in rappresentanza del Comitato ebrei espulsi dall'Egitto (quiil suo intervento). Quattro voci, quattro testimonianze di quel secolare incontro tra mondo ebraico e mondo arabo violentemente sradicato nel secolo scorso. Presente anche Daniel Arbib, assistente per gli affari politici dell’Ambasciata di Israele. Mentre tra i senatori presenti hanno tra gli altri portato un contributo il vicepresidente della commissione Paolo Corsini, Lucio Malan, Luigi Compagna e l’ex ministra Stefania Giannini.
“Vi è una grande necessità di curare le parole malate con cui si racconta il Medio Oriente” ha sottolineato Meghnagi nel suo intervento. “A partire dal falso storico per cui si riconducono tutti i problemi della regione al conflitto israelo-palestinese. Una narrativa ideologica – la sua riflessione – che ha comportato una errata esposizione dei fatti”. Significativo, ha poi osservato l’assessore, che gli ebrei fuggiti dal mondo arabo non si siano mai declinati come profughi, che non ci sia mai stato alcun vittimismo. “E questo – ha spiegato – essenzialmente per due motivi: per delicatezza nei confronti delle vittime della Shoah, ma anche perché hanno preferito concentrarsi sull’idea della ricostruzione”. Due infine le criticità poste all’attenzione dei senatori: il fatto che numerosi concittadini italiani originari di paesi arabi e residenti Israele incontrano enormi difficoltà a iscriversi all’Aire in quanto non sono in grado di produrre il proprio certificato di nascita. Anche se registrati all’anagrafe in Italia, ha spiegato Meghnagi, tali persone non possono inoltre procedere a farsi rilasciare una carta di identità. “È un problema – la sua osservazione – di cui la politica deve farsi carico”.
Da parte di Magiar, testimone come Meghnagi dell’esodo libico, è arrivato l’invito a una lettura sempre più scientifica della vicenda e a un suo inquadramento nel fenomeno generale delle espulsioni. “Stiamo parlando della cacciata di una minoranza, ma forse il termine non è del tutto corretto. Perché – ha affermato – parliamo dello sradicamento di un’identità che fu elemento fondante della Libia per secoli”. Sradicamento da cui molto si può imparare. Perché, come ha spiegato Magiar, “quell’espulsione ha aperto la strada ad altri fenomeni persecutori, come quello nei confronti dei cristiani”. Al riguardo il Consigliere UCEI Ha consegnato ai senatori presenti una tabella dove si fa un raffronto tra la popolazione ebraica e cristiana in determinati paesi arabi dal 1917 ad oggi. Quella ebraica risulta quasi del tutto azzerata, “ma anche quella cristiana va nella stessa direzione”: Ragion per cui è stato doveroso affermare un concetto: “Non ci può essere vera pace senza rispetto delle diverse minoranze che abitano un paese”.
Vittorio Mosseri, che è anche presidente della Comunità di Livorno, ha ricordato la fuga della sua famiglia dall’Egitto ed evidenziato come, dichiarando guerra a Israele nel 1956 e nel 1967, “i paesi arabi hanno dichiarato guerra non solo a un paese ma a intere comunità ebraiche”. Confermando quanto già detto da Meghnagi, Mosseri ha spiegato come, malgrado la condizione di profughi, nonostante fughe precipitose decise in alcuni casi nel giro di poche ore, gli ebrei arrivati dai paesi arabi non abbiamo mai ostentato alcun vittimismo. “La nostra è una storia di integrazione, favorita anche dal concreto aiuto delle comunità ebraiche italiane che ci hanno accolto. Integrazione e integralismo: la differenza linguistica è minima, ma il pericolo è grande se non riusciremo, davanti alla sfide di oggi, a integrare davvero chi sbarca sulle nostre coste. E questo – ha affermato – anche attraverso progetti educativi all’altezza”.
(Nell’immagine, da sinistra a destra, Vittorio Mosseri, Carolina Delburgo, Victor Magiar e David Meghnagi)
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
Di seguito, il testo dell’intervento di Carolina Delburgo, con la proposta di costituire un Memoriale del bene a Brindisi.
Desidero ringraziare il Senato e l’UCEI per avermi invitata oggi dandomi in questa importante se perché mi dà l’opportunità di esporre un sogno che ho da tanti anni.
Mi chiamo Carolina Delburgo e sono una cittadina italiana ebrea nata in Egitto come tutta la mia famiglia che ivi viveva da tante generazioni. Avevo 10 anni quando di notte arrestarono mio padre a casa, e lo prelevarono senza dirci dove lo avrebbero portato. Pochi giorni dopo il Console italiano informò mia madre che aveva tre settimane di tempo per lasciare l’Egitto con noi 2 bambini: mio fratello ed io. Tutto lasciammo al Cairo e nulla ci aspettavamo in Italia. Fummo imbarcati per l’Italia sulla nave greca Achyllèos ed arrivammo a Brindisi all’alba di domenica 29/11/1956.
Con dei pullman, ci portarono nella ex Stazione Sanitaria Marittima di Mater Domini di Brindisi. Era un vecchio campo militare della 2a guerra mondale. Era immersa in una grande pineta vicino al mare ed all’aeroporto militare della NATO.
La mia famiglia rimase nella ex Stazione Sanitaria Marittima fino alla fine di dicembre 1956. Mio padre trovò a Napoli un lavoro e successivamente lo trovò anche mamma. Da allora cominciò una vita dura, difficile e piena di peripezie. Tuttavia i miei ce l hanno fatta.
Per anni, il ricordo della ex Stazione Sanitaria è sempre rimasto vivo dentro di me, tanto da andare a cercarlo e trovarlo, incontrando mille difficoltà. Lo rividi e rimasi dispiaciuta nel vederlo degradato con alte erbacce ed in uno stato di grande degrado. Tornata a Bologna grazie ad Internet, scoprii che era il sindaco di Brindisi. Era Domenico Minnitti. Gli scrissi una lunga lettera raccontandogli le nostre vicissitudini e la calda ed affettuosa accoglienza ricevuta dai brindisini. Ebbene, sono stata invitata da lui a partecipare il 29/11/2006 ad un evento, per ricordare i 50 anni dell’arrivo di ebrei italiani cacciati dall’Egitto, ponendo un basso rilievo vicino all’ingresso del campo.
Ora, il mio desiderio è quello di farne un Memoriale del Bene. Il mondo è pieno di Memorie di del Male di stragi, stermini, massacri. Per una volta sarebbe ben bello poter avere un Memoriale che ricordi il Bene e l’Amore.
La memoria non è solo musei, quadri, statue, ma anche quei luoghi intrisi di storia e, per Brindisi, di più di 100 anni di solidarietà verso tutti. Non solo verso ebrei.
Perché non farla conoscere ai giovani? Perché non fare conoscere questa realtà da portare anche ad esempio, alle generazioni future?
Oggi, mi trovo qui, nella sede giusta per chiedere aiuto a voi per realizzare un Memoriale del Bene in quel luogo così caro. Ho già fondato un’associazione onlus “Goccia di latte”, ho già un progetto di massima su cui indire un concorso internazionale. Ora si tratta di prenderlo in considerazione.
Il 10 settembre 2017 nella Casa della Musica - Comune di Parma, è stato organizzata la
“GIORNATA EUROPEA DELLA CULTURA EBRAICA”
Casa della Musica
Programma / Invito
In occasione della Giornata Europea della Cultura Ebraica, il Comune di Parma promuove, insieme alla Comunità ebraica di Parma, un programma speciale di iniziative, aperte al pubblico liberamente, che si terranno domenica 10 settembre alla Casa della Musica.
L’edizione 2017 si presenta con un tema forte e incisivo, che accomuna le iniziative nei trentacinque Paesi europei che aderiscono, dal titolo “Diaspora: Identità e dialogo”.
La giornata si aprirà alle 17.30 all’Auditorium della Casa della Musica con l’autrice Carolina Delburgo che presenterà al pubblico il libro “Come ladri nella notte, la cacciata dall’Egitto” in cui racconta la storia drammatica della sua famiglia, quando, nel 1956, fu cacciata, in quanto ebrea, dall'Egitto di Nasser.
Attraverso l’avvincente narrazione di una protagonista di questa recente diaspora si rifletterà su un tema millenario ma anche sulla questione delle migrazioni e dei conflitti che attraversano l’Africa e il Medio Oriente. L’autrice allora era una bambina di dieci anni, ma il ricordo della sua vita in Egitto e della rocambolesca fuga è ancora vivido. A dialogare con lei la professoressa Marcella Emiliani, giornalista e storica tra le maggiori esperte in tema di Medio Oriente.
L’incontro sarà preceduto dai saluti istituzionali dell’Assessore alla Cultura del Comune di Parma Michele Guerra e di Giorgio Yehuda Giavarini, presidente della Comunità Ebraica di Parma. Conclusioni di Victor Magiar, consigliere dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
Seguirà, intorno alle 19.30, un buffet di assaggi della cucina ebraica presso il Caffè del Prato della Casa della Musica, offerto agli ospiti dalla Comunità Ebraica di Parma.
Alle ore 21, presso la Sala dei concerti della Casa della Musica, si esibirà in concerto il Maestro Riccardo Joshua Moretti.
Il recital inedito di Moretti, in collaborazione con il sound designer Giovanni Nulli, accompagnerà il pubblico in un viaggio nelle varie espressioni ebraiche e, attraverso il linguaggio musicale, metterà in luce la reciproca contaminazione tra culture lontane riuscendo a definire quei generi entrati a far parte della Cultura Ebraica.
Lo spettacolo si avvarrà delle nuove tecnologiche per dare allo spettatore la possibilità di immergersi, in modo multisensoriale, nelle varie atmosfere della tradizione musicale ebraica.
Carolina Delburgo presenta il suo libro “Come ladri nella notte, la cacciata dall’Egitto”
Relatori: Di Segni Noemi , Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – UCEI Meghnagi David , Assessore alla Cultura dell'UCEI Magiar Victor , Consigliere dell’UCEI Delburgo Carolina , Rappresentante del Comitato ebrei espulsi dall'Egitto e del BSC Mosseri Vittorio , Consigliere dell'UCEI e Presidente della Comunità ebraica di Livorno Quartapelle Procopio Lia (PD)
Il commento del Presidente Cicchitto Fabrizio alla relazione di Delburgo Carolina è stato : “La ringrazio molto. Le voglio dire che anche questa riunione, che si svolge nel Parlamento della Repubblica, è un modo per conservare questa memoria e metterla in atti parlamentari. Sembra un atto burocratico, ma in effetti è un atto storico-politico quello che stiamo compiendo rispetto all'esposizione che Lei ci ha fatto".
DAL MEDIO ORIENTE ALL’AFRICA: INTOLLERANZA ED ESODO DELLE MINORANZE EBRAICHE E CRISTIANE, NELLA STORIA
CONDUCE ED INTRODUCE
Carolina Delburgo -
Rappresentante per l’Italia degli ebrei espulsi dall’Egitto
INDIRIZZO DI SALUTO:
Virginio Merola - Sindaco di Bologna
Daniele De Paz - Presidente della Comunità Ebraica di Bologna
Mons. Matteo Zuppi - Arcivescovo di Bologna
INTERVENGONO
Alberto Sermoneta - Rabbino di Bologna
Marcella Emiliani - Storica del Medio Oriente
Le minoranze ebraiche in Medio Oriente dopo la creazione dello stato di Israele
Anna Maria Gentili - Università di Bologna
Storia e politica delle persecuzioni contro le minoranze cristiane in Nigeria del Nord
con particolare riferimento all'emergere di Boko Haram
Mirka Bettoli – Ricercatrice
I copti in Egitto: da élite economica e culturale a minoranza perseguitata
UNIVERSITÀ DI BOLOGNA - DIPARTIMENTO DI STORIA CULTURE CIVILTÀ
MISTIC MEDIA: ricerca su arti visive - BSC BOLOGNA SANITÀ & CONOSCENZA
FESTA DELLA STORIA nel 155mo del caso Mortara: “La libertà di educare i propri figli secondo la morale universale”
AULA GIORGIO PRODI - 31 OTTOBRE 2016 – ore 18:00 - CONFERENZA – EVENTO
Programma:
Preludio musicale
dal violino di Paolo Buconi che eseguirà le musiche ebraiche sefardite di Livorno
Ouverture
“L’Affaire Mortara”
di e con il prof. Massimo Manini
che reciterà alcuni brani tratti dalla sua piece “Il Caso Mortara”
Conferenza
Introdotta e moderata e conclusa da P. Giovanni Bertuzzi, O.P.
Intervengono Prof. Lucio Pardo
memento del “Caso Mortara”
Prof. Andrea Zanotti Unibo Giurisprudenza in punto giuridico
Saluto da Daniele De Paz
Presidente Comunità Ebraica Bologna
Finale musicale e Aperitivo
Paolo Buconi suona kletzmer
un buffet Kasher
si ringrazia il Magnifico Rettore dell’Università di Bologna che ha concesso il Patrocinio all’iniziativa,
il Prof. Rolando Dondarini che l’ha sostenuta ed
il violinista cantante Paolo Busoni